Il caso riguarda una quartina del 40 cent. Dante del 1921 che si caratterizza per alcuni particolari:

1)       fori “d’invito” nel bordo inferiore non in linea con la perforazione verticale;

2)       fori dei lati verticali più piccoli di quelli dei lati orizzontali e già questo fa capire che molto probabilmente sono stati usati due perforatori diversi uno per i lati verticali l’altro per quelli orizzontali;

3)       perfetta corrispondenza nella disposizione dei fori, confrontandone la sequenza nei lati verticali, mentre la stessa cosa non si può dire per quelli orizzontali.

Qualcosa però nei lati orizzontali si nota in prossimità del foro “d’invito”, come se una specie di pettine, “modificato”, avesse battuto creando quel dente prima largo (1) e poi stretto (2).

E’ il caso di ricordare che questa serie come pure alcune tirature dei “Leoni” e dei “Michetti”, nonché i “Manzoni” sono opera di quel Petiti che poi sarebbe diventato Direttore del Poligrafico.

Indubbiamente, per necessità o … per fantasia, il Petiti è “responsabile” di non poche varietà, soprattutto di dentellatura, di questo periodo; qui voglio ricordare le molte varietà dei “Leoni” e “Michetti”, i “lineari” degli stessi, le dentellature “più che multiple” dei “Dante” emessi e non, le strane dentellature sempre dei “Dante” con la perforazione esattamente in mezzo al francobollo, neanche poi tanto strane e solo derivanti dallo stesso perforatore del formato “Leoni/Michetti” usato ortogonalmente al francobollo, insomma il nostro Petiti diciamo che si è divertito o meglio ci ha fatto e ci fa divertire.

Le considerazioni fatte sopra portano a concludere che i lati verticali del caso in esame sono il risultato dell’azione di un normalissimo perforatore “lineare”, mentre per quelli orizzontali è stato usato un “pettine modificato” tale da farlo lavorare “a segmenti” orizzontali, in pratica a un pettine orizzontale sono stati tolti i punzoni del lato opposto a quello aperto; per semplicità ho riprodotto in schema ciò che intendo: